2G3 fanti cinquecento Altro non ho che dire alla serenila vostra, se non che alla grazia di quella sempre mi racco-ma lido. Di Firenze li 12 di Gennajo 1529. CARLO CAPELLO LETTERA LXXIII. SERENISSIMO PRINCIPE Oggi è ritornato di campo Francesco Marucelli mandato da questi signori al principe, per far intendere a sua signoria l’elezione degli oratori al pontefice, cosi ricercati da sua santità, e pregare l’eccellenza sua che volesse far buon ufficio con Cesare, ed aver questa città per raccomandata. Riporta avergli risposto che aveva ben inteso delli oratori, ma non che fossero stati richiesti dal pontefice *; anzi che gli pareva cosa del tutto contraria alla opinione nella quale ultimamente lasciò sua santità in Bologna, cioè di voler vedere il fine di questa impresa con l’armi: pure che non mancheria quanto potesse di fare ogni buon ufficio a ppi’esso la cesarea maestà, come sempre ha fatto. Riporta eziandio il signor Alessandro Vitelli, e il conte Pier Maria de’Rossi essere andati a far l’impresa di Montepulciano, e che finita quella andranno a far quella di Castrocaro, e che li lanzi che erano a Prato sono venuti a Peretola, due miglia discosto da questa 1 Morì indi a poco valorosamente combattendo alla difesa di Volterra, a Era par questo un* artificio di papa Clemente, il quale o impaziente o temente del fine di quella guerra sollecitava quell’ ufficio dai Fiorentini ; ma perchè forse, nel tempo che s’intermise fra la spedizione del vescovo di ’Faenza e quella degli ambasciatori, negli accordi di Bologna si era posata qualche nuova condizione che maggiormente lo rassicurava, vediemo l’accoglimento ch’egli fece ai medesimi.