366 sedia sempre un papa che gli sia amico, perchè il maggiore suo stimolo è che non venga un pontefice che gli sia nemico ; perchè confinando assai con lo stato della Chiesa non può aver il duca maggior disturbo se non da quella banda ; che nissun altro principe gli può far guerra offensiva, nè solo nè accompagnato con altri, se non ha la comodità delle vettovaglie e delle monizioni da quello stato. Nè bisogna pensare che in Toscana vi possa durar molto un esercito grosso; perchè il duca ha introdotto un bel ordine ne’suoi stati in tempo di pace , acciocché in tempo di guerra e quando bisogni non patiscano, e non si renda difficile l’osservarlo; e l’ordine è questo, che tutti li grani e tutti li vini, subito fatti li raccolti, si portano e si conducono nella città e luoghi forti, e li contadini e gli uomini di campagna ne vanno poi a pigliare per li loro bisogni di tempo in tempo; e di quello che entra e di quello che esce se ne tiene particolar conto, e tutto passa per bolettini e licenze senza alcuna spesa ; di modo che sempre la campagna è vuota, e le terre, città e luoghi forti sono pieni; e mal beato colui che facesse in ciò fraude: ma è tanto il terrore , che non vi è alcuno che ardisca contraffare agli ordini dati. E questa cosa di far monti di provvisioni cammina con tanta esattezza, e così facilmente, che il principe sa sempre, e vuol sapere a dì per dì sino a un granello quanto vi sia in ogni luogo, premiando gli accusatori, e castigando li transgressori gravissimamente; e con questi modi s’assicura dalli potenti eserciti, e delli minori non teme per aver il modo di cacciarli e di romperli. E di qui nasce che teme assai d’ un papa nemico, perchè dallo stato della Chiesa l’esercito nemico può aver tutte le comodità; e però usa sempre ogni potere e ogni sua autorità per avere li pontefici dalla sua, e fatti di sua mano, come si può dire.