Senese; onde fu giudicato eh’ egli andasse in diligenza verso Roma. Allora fu consultato dai nostri e deliberato di mandare il conte Guido Rangone ‘ in diligenza con cinquecento cavalli leggieri e cinque mila fanti verso quella parte, e che l’esercito francese e nostro seguitasse. Cosi delti eserciti passarono per Firenze il primo di maggio, e il nostro fu giudicato mollo florido’: e in questi giorni il duca d’Urbino accettò dalli signori Fiorentini il castello di San Leo. Ma innanzi che dette genti fossero sotto Roma, il duca di Borbone con li lanzichenecchi vi giunse e 1’ assaltò e prese, con lo strazio che le eccellenze vostre sanno; per guisa che i nostri, giunti a dieci miglia da Roma, crederono di non Sudare più oltre. Seguita la rovina di Roma, e il papa fatto prigione, a’G di maggio Firenze fu di nuovo in tumultor; e sopraggiunto Filippo Strozzi nipote del pontefice ( mal coiiten-to di sua santità per non gli aver voluto fare un suo figliuolo cardinale) fu causa di dar maggior animo al popolo, e non manco madonna Clarice sua moglie, sorella del quondam duca Lorenzo de’ Medici 3. Il perchè il reverendissimo di Cortona con il magnifico Ippolito, dopo molti consulti, convenendo nella necessità di levarsi, cominciarono di notte a mandar via le j’obe loro;eveden- f Della illustre famiglia modenese di questo nome. Fu uno dei migliori capitani del suo tempo. Vedasi il Litta. * Florido forse di gente, ma non di provvisioni come appare dal seguente passo del Cambi : « E venendo le genti della lega perii Mugello, e non essen-« do provviste le vettovaglie, saccheggiavano dovunque passavano , come se « fussino nìmici ; e dipoi iscesi in Val d’Arno di sopra feciono il simile infino « a taglieggiare e cittadini per modo che a Filiine e* Serristori perderono « gran somma di grano, vino ed altre robe, come più ricchi. » |jjs 3 Duca d Urbino, investito da Leon X di quel ducato, che questo papa ambizioso , aveva tolto, senza altro motivo che d’aggrandire la propria casa , al suo legittimo principe.