a57 Per lettere de’ miei ho inteso come la serenità vostra avendo rispetto alla insopportabile spesa che io sostengo, e che ogni ora cresce, ha usato verso me la benignità sua, onde reverentemente le rendo immortali grazie; nè tanto per il denaro il qual sempre, insieme con vita, sarò prontissimo a spender per onore e beneficio di quella, quanto perchè mi è stato gratissimo di conoscere che io sono nella grazia della serenità vostra, la quale mi è più cara e più desidero, che tutte insieme le altre cose del mondo. Ed a quella sempre umilissimamente mi raccomando. Firenze li 26 di Decembre 1529. CARLO CAPELLO LETTERA LXXI. SERENISSIMO PRINCIPE L’ ultime mie furono de’ 26 per la via di Ravenna. Da poi non ho scritto alla serenità vostra finora perchè nè con denari, nè con altra diligenza mai ho potuto ritrovar messo; e questa io faccio per via di Castrocaro alla ventura. A’ 27 del passato questi signori ebbero nuova, il Borgo San Sepolcro e Angliiari essersi dati ai nemici, nè ancora si sa dove sia ridotto l’abate di Farfa e si dubita che se ne sia andato a Bracciano. L’istesso giorno giunse in questa città il vescovo di Faenza mandato dal Pontefice per ricercare questi signori che dovessero mandare ambasciatori a sua santità ed a Cesare, affermando essere ottimo l’animo dell’ una e dell’altro verso di loro, e la pace col duca di Milano, e con la serenità vostra essere conclusa. Il detto vescovo è alloggiato col signor Mala testa, il quale ha questa pra- 1 Rodolfo Pio da Carpi. «7