2Ò’ 2 •\ i prestano intera fede, perché dapoi la lettera di Castrocaro non si è confermata tal nuova da alcuna altra parte che dei nemici. Io non manco con ogni destrezza di fare con tutto l’ingegno mio quell’ ufficio che per le altre ho detto alla serenità vostra, avendo sempre rispetto al beneficio di quella , e così farò fino che da lei ini sarà altramente imposto, non avendo lettere sue dapoi quelle dei 9 d’ ottobre. Questi signori sono per fare il signor Malatesla capitano generale e trattano le condizioni. Sua signoria sebbene afferma questa città non poter essere sforzata, nondimeno non dissude 1’ accordo I nemici fanno un cavaliere all’incontro di San Miniato , vicino quasi un trar di mano, per battere il campanile. Questi della terra ognora sono in scaramuccia con loro, ed oggi quarto giorno li fugarono dal detto cavaliere con grande loro uccisione, di modo che il campo tutto se ne veniva in ordinanza , e fu grandissima fatila a ritener questi soldati desiderosissimi di combattere; e per giudizio d’ognuno se cominciavano a uscire non si poteva prevedere che non seguisse il fatto d’arme. Onde quelli che presero il cavaliere non essendo soccorsi si ritirarono con morte solamente di tre di loro. Jeri fu fatta la rassegna generale delli fanti pagati che sono in questa città , e furono numerati dieci mila e quattrocento in paghe diciassette mila. II signor Camillo da Piombino, che fu alli mesi passati condotto da questi signori, è giunto in Pisa con 1 In luogo di don Ercole, del quale il Malatesta, con titolo di gover-nator generale , era quasi il luogotenente. “ Il lettore porga attenta considerazione agli operati del Malatesta, intorno il quale ci riserbiamo da ultimo ogni considerazione.