S’ aggiungono poi altre due cause atl accrescere la loro naturale debolezza; la prima è quella delle discordie e divisioni che sono in loro, come le signorie vostre intenderanno nel progresso del mio parlare: per guisa tale che quando occorre che vada qualche esercito in Toscana, li Fiorentini non si governano già per la ragione del beneficio universale della città , ma ognuno, per le passioni e necessità particolari della razione alla quale appartiene, più presto cerca di provvedere alli casi suoi di quello che voglia muoversi per beneficio universale della città; onde si può comprendere qual fermezza sia in quella repubblica. La seconda è che lor medesimi si son fatti deboli , avendo fatti tanti e tanto suntuosi e magnifici palazzi fuor della città, che l'ariano un’altra Firenze; in modo che movendosi , o appropinquandosi alcuno esercito in Toscana , temono tanto la rovina ed incendio dei palazzi loro, che vogliono più presto comporsi con donare alli nemici mille o due mila ducati 1, che aver danno, rovina, e incendj per un milione. Che se bene un esercito non possa lungamente stare nel piano di Firenze rispetto alle vettovaglie, nè fare nocumento alla città, nondimeno in tre o quattro giorni può ro- » possa che quegli uomini i quali sono usati per piccolissimo prezzo in fino » dalla prima fanciullezza loro a portar le halle della lana in guisa di fac-» chini e le sporte della seta a uso di zanaìoli (¿0 , e insomma star poco mr-» no che schiavi tutto il giorno, e gran pezza della notte alla caviglia e al » fuso , si ritróvi poi in molti di loro dove e quando bisogna tanta gran-» dezza d’animo e così nobili ed altri pensieri, che sappiano ed osino non » solo di dire.ma di fare quelle tante e sì b^lle cose ch’egli parte dicono » e parte fanno. » * 11 padre Ildefonso ha cento o dugento mila. (fl) Colui che prezzolato provvedo e porla allrui robe" colla zana. Crusca.