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sperali degli aiuti di Francia riposarsi solamente sopra quelli della serenità vostra, conoscendo chiaramente da sè soli non potersi sostentare. Hanno deliberato di fare un canale intorno a Livorno se il tempo gli potrà servire: e questa sera le genti d’ arme devono essere a Pisa. Hanno mandato al signor Malatesta mille e cinquecento fanti, e a Cortona quattrocento, e pensano di far venir qua in breve il signor don Ercole \
     Di Firenze li 16 di Luglio 1529.
                                       CARLO CAPELLO
                LETTERA. XXX. serenissimo principe
     Da poi 1’ ultime mie dei 16, jersera questi signori mi hanno dato gl' inclusi avvisi dell’oratore loro in Siena con l’aggiunto capitolo dei 14 di Roma, e mi hanno detto avere da certissima via che le preparazioni tutte che si fanno da Cesare« dal pontefice sono immediatamente per questa città, e che si lascieranno Perugia dietro alle spalle; instandomi che io pur voglia signiii-
     » 11 9,5 novembre i5a8 la repubblica di Firenze stipulò la condotta di Ercole d’Este figlio del duca Alfonso J in suo capitano generale, sperandone grandissima utilità sì per l’alleanza di Francia (avendo don Ercole condotta in isposa Renata figliuola di Lodovico XII) sì per la inimicizia profonda che eor-reva tra la casa d’ Este e il pontefice, e sì per le speranze che don Ercole, ancorché giovinetto , aveva fatto concepire del suo valor militare. Ma Alfonso suo padre non solo gl’ impedì poi l’andare quando incominciò a prevedere l'alleanza di Cesare e del papa , e la defezione di Francia e dei Veneziani, ma durante ancora il tempo della condotta del suo figliuolo, il quale ne percepiva lo stipendio, concesse quattro pezzi d’artiglieria, e poi due mila guastatori ai Cesarei da usarsi contro Firenze. E bene osserva il Capponi (nota al 298.° doeum. Molini) che 11 dei capitani mercenarj i più infedeli erano quelli che avevano stati jpro-« prj;i quali più che ad altro badavano a conservarseli i). Per questo rispetto i Fiorentini rimasero abbandonati dal duca di Ferrara, onde caddero in Malatesta! Bagli oni che li consegnò al pontefice a mani legate-