220 vedrà per 1’ alligata copia di una lettera d’Arezzo d’jcri. Questi signori hanno eletto oratore al Pontefice, in luogo di messer Luigi de’ Pazzi del quale è stata accettata la scusa, messer Andreol Niccolini. LETTERA LI. SERENISSIMO PRINCIPE Questa notte a ore sei per via di Ravenna scrissi alla serenità vostra quanto vi era. Di poi, a ore dodici, sono venute lettere d’Arezzo dal commissario, nelle quali non si contien altro se non che venerdì notte Cortona si rese a discrezione del principe, nè fino adesso s’intende che trattamento le abbia usato. Il signor Mario non potette entrare col sussidio in Cortona, ma è ritornato quà. Le genti d’ Arezzo saranno questa sera in questa città, perchè hanno deliberato di lasciarlo per non tener troppi presidj, ed esser men forti '. Questi signori si mostrano di esser di grand’ animo, e voler sostenere ogni impeto. Io non manco di animarli a conservar la libertà loro come si conviene, e a far più conto di quella che della vita, e per quanto in me sarà dimostrerò con ogni opera, che quelli che escono dal seno della serenità vostra non sanno se non genero- 1 Se mal non mi appongo, per la presente testimonianza anderà meno odiosa nei posteri la memoria di Anton Francesco degli Albizi, imputato da molti di avere precipitata la catastrofe della sua patria per 1’ abbandono volontario di Arezzo; mentre e il modo di questo annunzio, e il non vedere accennato a proposito di questo fatto quello spavento dal quale dicono altri che fosse presa Firenze, ci rendono inclinati a pensare che 1’ evacuazione di quella città non fu forse senza consentimento del governo, nè contro la opinione dell’universale.