LETTERA XXVII. SERENISSIMO PRINCIPE Dappoi T ultima mia dei 4 5 jeri sera questi signori mi hanno detto, coni’io scrissi alla serenità vostra che erano per fare, che già hanno fornito Pisa e Livorno, Cortona , Arezzo e tutte le fortezze loro di gente, e artiglierie ed ogni monizione in tal modo, che non temono d’ogni grosso esercito, e che non sono per mancare quando sarà il bisogno di fare ogni altra provvisione, dicendomi: « Voi ambasciatore, per nome di quella il-« lustrissima signoria, ne avete sempre data ottima spe-« ranza, e così speriamo che saranno gli effetti, e noi « dimostreremo che la libertà nostra e d’Italia Fabbiamo « più cara che le facoltà e la vita stessa». E veramente, serenissimo principe, io credo, non senza ragione, potersi fidare che sieno per correre ogni pericolo e riporre ogni loro salute nella gagliarda difesa; e perciò attendono con ogni diligenza a trovar denari, e già hanno fatto una nuova provvisione di cento quaranta mila ducati che saranno molto presti. Per lettere intercette dei G da Roma di un gentiluomo , si ha che quarantadue galere della serenità vostra si erano congiunte a Marsilia con Tarmata regia, e ciò si ha per molti riscontri, ma tutte sono lettere particolari, e si accordano con uno avviso, pure intercetto, del Cardinal Boria nel quale si contiene che già alcuni giorni sopra Genova fu veduta dalla lunga una grossa armata, la quale giudicarono che fossero fuste de’Mori, ma che avendo di poi inteso il congiungersi delle galere 1 Girolamo j nipote di Andrea.