i6o lamente jeri da questi signori dal loro commissario Gi-rolami. Vi sono ancora due copie, 1’una d’uno avviso del commissario di Pietra Santa dei a, l’altra d’una lettera da Genova pure dei 2 d’ uno mandato per il commissario di Pisa ad intendere gli andamenti di Cesare: quali si sieno non ho voluto tardare di mandarli alla serenità vostra. Un’amico mio ha lettere d’Avignone delli 26 del passato, che Cesare non mancava d’ogni diligenza per passare in Italia, e che ci saria mol to più presto di quel che si pensava, esortando che non si perda tempo e che si facciano le convenienti preparazioni. Di Firenze alliy di Luglio 1529. CARLO CAPELLO. LETTERA. XXVI. serenissimo principe Jersera per un fante a piedi scrissi alla serenità vostra in risposta delle sue de’ 29 del passato e 2 e 3 del presente, con li avvisi che si avevano, li quali sono con queste ripetuti. Oggi questi signori hanno ricevuto lettere dall’oratore loro in Francia del 3odel passato, nello quali, per quanto dalle signorie loro pubblicamente e da molti di loro particolarmente ho inteso, rincontratosi eziandio con quanto ha l’oratore francese, si contiene che avendo il re cristianissimo inteso il caso del signor di San Polo per lettere del signore di Saluzzo, affermò agli oratori che era del tutto risoluto di passare in Italia con gagliardissime forze, si per ciò, che per avere certissima la venuta a Cesare, e disse loro che aveva ordinato che si mettessero insieme trenta mila fanti, cioè dodici mila lanzi, dodici mila venturieri, e sci mila Svizzeri, delle quali genti buona parte già ne era pie-