131 ci in Francia, ancorché in molte altre consulte sieno stati di altra opinione, come ho scritto a vostra serenità. Ed oggi ha ad esserci consiglio degli Ottanta, nel qua le, per quello che intendo, devono spedire il detto mandato. In questa mattina è passato di quà uno per Francia, che si parti da Roma oggi è il terzo giorno. Riporla il pontefice essere senza febbre; pure per ogni via si conferma il mal suo essere, di sorte che a lungo andare non se ne fa buon giudizio. Di un amico mio vi sono lettere dei 27 del passato da Avignone, che l’imperatore in Barcellona con ogni diligenza attendeva alla espedizione del passar suo. Io non manco continuamente di dimostrare a questi signori la venuta sua certissima, e come in niun modo si pon- ilo fidare di sua maestà. E questo io 1’ ho fatto e farò continuamente con ogni studio, e tanto più quanto io ne sono certo che l’Alamanni se ne va col Doria in Spagna, e non vorrei che per timore questi signori gli dessero qualche commissione non a proposito della lega. Di ciò questa mattina ho io parlato con 1’ oratore francese, ed abbiamo, posto ordine dimani insieme fardi nuovo questo ufficio, che io, essendo sua magnificenza in villa, ho già fatto con la signoria e coi signori Dieci, li quali dimostrano di essere molto desiderosi che l’armata di vostra serenità sia presta e potente in quei mari, parendogli non essere niuna provvisione da comparare a questa , che più sicuramente possa impedire il passare di esso Cesare. Ed ancorché il gonfaloniere e questi signori sieno stati sempre d’opinione che la maestà cesarea non abbia a passare, tuttavia avendogli io comunicali gli avvisi conformi alli loro, quali tutti lio man-