io3 ficjjed il vero fondamento della liberta d Italia dipendere dal desiderato buon esito di detta impresa, non però abbiamo potuto avere altra ferma risoluzione, eccetto che questa repubblica non potria esser meglio disposta ed animata a tale saluberrimo effetto ; ma che si rappresentavano innanzi agli occhi continuamente le spese grandissime già fatte e che si facevano ogni giorno,jed i sospetti nei quali si ritrovavano, dal che nasce che non pare potersi cosi facilmente indurli a questo. F sebbene sia stato da noi replicato e gagliardamente ad ogni loro sospetto e scusa, di sorte che mancava loro ogni replica , sono però restati nella predetta risoluzione , con aggiunger solo che non resterebbero di porre in consultazione di nuovo questa materia, non ne togliendo di speranza. Io Carlo non mancherò di quanto so essere il desiderio della serenità vostra, e se cosa alcuna avrò da questi signori, quella subito ne sarà diligentemente avvisata *. Io Antonio, a Iddio piacendo, dimani penso partirmi; e farò la via per Pistoia e per le terre del signor duca di Modena e Ferrara, nel qual luogo imbarcatomi, quanto più sicuro e presto potrò, condurrommi a’piedi dellal serenità vostra. ' starò ora a discutere se questa fosse veramente pei Fiorentini la vera occasione della salute loro ; ma farò qui in genere un rilievo del quale nel progresso di queste lettere si offrono mille opportunità; che, cioè, la principal cagione della caduta di Firenze fu appunto, come il Busini dice, il nonkssersi da lei fin da principio adottato un temperamento definitivo , ed avere troppo lungamente ondeggiato fra le trattative c le ostilità. Un solo ma generoso sforzo operato in tempo debito la salvava: e di ciò ve-dremotessersi offerta più di una occasione; mentre la prolungata esitanza non solo la condusse a sacrifizi molto più dolorosi di quelli che prima le sarebbero stali bastanti, ma infine al maggiore di tutti, che fu la perdita della sua libertà.