378 privati non si chiamano mai con titolo d’ambasciatori, ma con quello della loro prelatura, o d’altra dignità che tengano dalla corte (di che a’miei dì vi sono esempi infiniti)nè però sono stati mai differenti l’un dall’altro in sostenere la persona del loro principe, nè del luogo è nata mai difficoltà. Il medesimo ha osservato questo illustrissimo stato verso i ministri onorevoli di qualsivoglia principe, a’quali ha dato il luogo sempre sotto qualsivoglia titolo che siano comparsi, e nel mandar fuori presso li principi, servendosi o dell’ordine de’patrizj o veramente dell’ordine dei secretar]’; che se bene i gradi sono diversi, ma le persone una degna più dell’altra, e che ciò sia introdotto secondo il bisogno de’ negozj o secondo l’onore che si vuol fare a’prin-cipi, tutti però medesimamente nel loro grado con la persona loro rappresentano la maestà di questa inclita repubblica. E quanto più il servitor minore è stimato ed onorato da’principi, tanto più risulta in onore non solamente del principe che manda, ma di quelli che sono mandati ; perchè si dice sempre: —Seli minori son tali, che devono esser li maggiori? — sì che si deve non solamente desiderare, ma volere che tutti li ministri, di qualsivoglia grado e condizione, non solo rappresentino la persona del principe con ogni onorevolezza ed autorità, perchè così fecero e così vollero sempre li sapientissimi antecessori di vostra serenità (e non per altro furono introdotte le provvisioni onorevoli e i donativi e le tante comodità e spese che fa questo eccellentissimo stato, se non perchè non si manchi di onorare la pubblica dignità ), ma altresì che in quella guisa che si conviene, e che sempre fu usato, siano rispettati ed onorati. Ma oggidì li principi d’Italia vogliono concorrere nelle legazioni e ambascierie con questo illustrissimo dominio, nè si contentano di mandare li loro ambasciatori se non sono loro istessi onorati di cor-