i4o cristianissimo con li denari della prima paga per la parte loro e di Francia; al quale hanno dato un salvacondotto per quelli lanzi che hanno a ritornare a casa, se passeranno per il paese di questi signori, secondo il ricordo della serenità vostra. Io ho scritto al Delfino quanto mi è parso necessario per dupplicate mie, come quella vedrà per F incluso esempio. Qua non si intende cosa alcuna di nuovo, se non che questi signori non dubitano più della venuta di Cesare, e che non venga d’accordo con Francia e di suo consentimento; nè vale ormai ragione alcuna, perchè dicono di essere certi che il cristianissimo non fa provvisione alcuna per l’Italia e che ciò nasce dalla loro unione: e sebbene non sono senza qualche speranza che 1’ accordo sia con riserva della sublimità vostra e di loro, dubitano che ciò sia sotto condizioni meno che oneste, e pensano frattanto di munire Livorno e Pisa. Ho scritto queste poche parole per uno che si parte or ora per Ferrara per non omettere occasione d’alcuno che venga a quelle parti, che io non faccia intendere alla serenità vostra quanto io ho. Ed alla grazia ec. Di Firenze alli 16 di Giugno 1529 CARLO CAPELLO LETTERA XIX. serenissimo principe L’ultime mie sono delli i3 e 16 per il fante ordinario e per la via di Ferrara. Di poi sono stato più volte con questi signori, e sempre si è ragionato della venuta di Cesare, la quale adesso tengono certissima, e sono quasi confusi, nè sanno qual partito debbano pigliare, nè hanno più speranza della venuta del cristia-