157° Ke* t tu fini di Zara fi attendi più alla dìfefa , e he all'cf-ftfs. Trattati fella lega. T'entefiir pria a’ wì* r iftrì , fi» trattatati» la ¡»¿a. i»2 DELL' HISTORIA efpugnatione del cartello , nè fornire con poche forze prefto l’imprefa, che dal Belgerbeì della Grecia non potette effer’impedita . Ma ne’ confini di Zara fi faceva da’ noftri la guerra più prefto cercando d’impedire a’ nemici l’ingiurie , & cT aflìcurare quel paefe gravemente da’Turchi infeftato, che con alcuna fperanza d’acquifto , ettendo in quella parte la cavalleria de’nemici molto ingroffata, in modo che i noftri cavalli leggieri ftando per lo più dentro nella città di Zara , ufcivano fecondo il bifogno ad impedire le prede, & i molti danni, eh’ erano fatti da’ nemici ; ado-perandofi in ciò tra gli altri con molta laude Brandolino Brandolini Conte di Val di Marino , & Girolamo dal Nero Vicentino con le loro compagnie de’cavalli Fer-raruoli, con le quali comparendo fpetto in campagna, & valorofamente affalendo i nemici, che venivano a far molti danni, non gli Iafciavano partire fenza farne contra di loro vendetta. Ma non feguì in quefti paefi fattione alcuna notabile di guerra, la quale fu quefto primo anno fatta, più torto depredando, che combattendo. Nel medefimo tempo , che quelle cole feguirono , mentre Tarmate s’erano ite tuttavia apparecchiando alle fat-tioni di guerra, con non minore follecitudine s’haveaat-tefo alle pratiche della lega, la quale trattavafi , come fi è detto, di commun confenfo in Roma : ove fubito che giunte furono fufficienti commiifioni del Rè Cattolico , & della Signoria di Venetia a loro minirtri per poterla conchiudere; il Pontefice fattigli venire alla fua prefen-za , con molte gravi , & affettuofe parole parlò loro in tale fentenza. Come prima sintefe la nuova della guerra deliberata da Seiino Ottomano contra i Signori Vinetia-ni, dubitando quefto dover ejfer principio di grave flagello alla Chriftianità, che con mille enormi peccati s bavea prò-vacata contra f ira divina , ci volgemmo fubito alle or atto-ni, le quali, fe non pote(fero impetrarci perdono, ci havef-fero almeno a mitigare la pena : nel che non babbi amo mai, ne co 7 proprio affetto interno, nè cen T ammonitioni,