393 della campagna. Ho poi fatto una descrizione per tutto lo stato di dodici mila guastatori, tutti uomini di campagna forti e robusti, e sono tutti per pelo e per segno descritti; e di questi me ne posso servire mò di una parte, mò del-l’altra in quel modo eh’ io voglio , scambiandoli di continuo secondo il bisogno, e adoperandoli sì nella guerra come in altre opere secondo lamia volontà. Dell’artiglieria ne ho fatta e vo facendo di continuo, e tutta si tiene e si manda nelle città e ne’luoghi forti, e ne ho fin ora da mille e quattrocento pezzi, la metà cannoni e mezzi cannoni, colobrine e mezze colobrine, e il resto sagri ed altri pezzi da campagna di più sorta, con tutte le loro palle, polvere ed altri fornimenti per poterli usare ad ogni bisogno mio ; e questo è quanto allo stato fiorentino. Di quel di Siena io cavo poco per adesso, per l’esen-zioni fatte loro per la guerra, ma penso ridurli a buoni termini. Ora ne cavo poco più di cento mila ducati oltre la spesa; e questo denaro si cava solamente dai pascoli, dal sale, e da due dazj, li quali spero io che si faranno molto maggiori presto, perchè torneranno li traffichi, e moltiplicheranno le genti. La milizia descritta è di sette mila uomini, tutta gente eletta (che il Senese fa sempre buoni soldati ) ed è governata col medesimo ord ine e con la stessa disciplina che ho detto essere quella di Firenze. Di modo che dell’uno e dell’altro stato di Firenze e Siena avrò sempre pronti trenta mila fanti, senza che li stali predetti patiscano. De’cavalli non son molto in ordine, ma presto farò di maniera che ne avrò una banda di mille e cinquecento; perchè in tutti due gli stati vi sono molti gentiluomini ed altri che tengono cavalli per loro uso, ai quali dando io due scudi al mese in tempo di pace, supplisco al mio bisogno