2 9° Roma con pochissimi denari. Pure il principe con la destrezza sua e con promessa di dar loro tre paghe li acquietò. Il giorno seguente la gente d’armi tutta si levò, e col secretano del principe si parti alla volta del regno; e la causa, per quanto da quelli che vengono di fuori s’intende , è delli moti del Turco, dei quali questa città ha tanta speranza che si danno grosse scommesse che tra quindici giorni quest’esercito tutto si leverà per difesa di quelle parti. Questa città, sebbene ogni giorno di nuovo si raddoppia la incomodità e la carestia del vivere, e dalli disagi ognora cresce la mortalità, perchè la maggior parte di quelli che vivevano di pane di segala, mangiano ormai pane di mistura, e carne di cavalli, di' gatti, di asini, privi del vino e dell’olio, nondimeno sempre si rende più costante alla conservazione di questo stato; nè perchè ognor più si senta stretta perde la speranza di quella, anzi sempre più si fa gagliarda con nuove provvisioni sì umane come divine; ed è così accresciuto l’animo generalmente ad ognuno dal prospero successo di Volterra e dal valore e dalle provvisioni del Ferucci , ohe non si sente nessuno lamentarsi del patire, e ciascuno si dimostra prontissimo alla contribuzione del denaro, di modo che hanno deliberato di fare sei mila fanti di nuovo appresso quelli che ha il detto Feruccio, che sono da due mila; e già hanno spedito dieci capitani e si dà per questo certi denari in quel di Pisa e di Volterra ; e pensano, unite che saranno queste genti insieme , delle quali la maggior parte levano dagli eserciti di fuori, potere senza dubbio far qualche ottimo effetto. E tanto è il desiderio di questi di dentro di cambatlere