258 si ; e solo dirò quello che è stato totalmente causa ch’io abbia effettuato questo mio desiderio. Fu mandato pascià d’Aleppo Masut-kan, quello che iu già il primo ambasciatore che mandò il re di Persia a Costantinopoli per lo trattamento della pace, e che poi si ribellò e si diede ai Turchi, come le signorie vostre eccellentissime udiranno nella lettura di questa mia, ed hanno anco dalle mie lettere, e forse dalli clarissimi baili udito. Costui dunque, subito giunto inAleppo,fu da me,secondo il costume, visitato; nella quale visita si mostrò tanto inclinato e desideroso di aver meco stretta pratica , che mi parve cosa nuova. Egli mi seppe discorrere la maggior parte delli costumi , ordini e magistrati di questa serenissima repubblica , la magnificenza degli edifizj, e la particolare situazione di questa città, li nomi delle terre suddite, li confini e tanti particolari, che parea aver vissuto qualche anno in queste parti. Mi ricordò dell’ambasciatore messer Vincenzio degli Alessandri che fu a quel re di Persia ,ed il modo con che fu trattato, e quanto il re Tamas ebbe timore di dar parola in quel negozio. Mi raccontò molle altre particolarità, varie cose chiedendomi e varie rispondendomi, ed in ultimo mi pregò che egli qualche volta meco e io con lui ci ritrovassimo privata-mente. Io sebbene non mi allargai in occasione alcuna su cosa che potesse apportare o danno o sospetto o disgusto a lui o ad altri, usai ogni riguardo a me possibile nelli ragionamenti che mi proponea di cose pubbliche ; nondimeno con altre maniere nutrii in modo 1’ amicizia , che fu di molto comodo alle turbolenze ed alli disordini nei quali erano poste le cose di quel negozio, e, come tanto desideravo , mi diede modo di trarre e conseguire ogni verità di tutte le cose di questa guerra; perciocché egli