37 tiitàlo sa, e io voglio credere che in tre bailaggi non vi sarà |anto da fare come se rt’-è avuto nel mio, e non per mia causa. Fa bisogno poi ordinar alli turcimani quello che hanno a fare sì alli pubblici divani, come a quelli del magnifico pascià, con far spedire commissari per Soria ed Alessandria , querelar e difender quanto occorre alla giornata per le cose di Cipro, Candia, ed altri luoghi. Le dif-ficultà che si hanno nel negoziar son pur troppo manifeste, negoziandosi prima con una nazione che non si muove per ragione, per buona che la sia, a far cosa che non gli paja; anzi io ho ritrovato che il verso del negoziare con questi signori è dirgli delle ragioni non per ri moverli della loro opinione, che questa non mi par buona strada, ma per informazione di essi, acciò se ne servano in difension nostra con sua maestà e con altri occorrendo; bisognando con loro mostrar di fare il cecchino. Poi aver da negoziar per mezzo di dragomanni, che dicon più o meno di quello che vien loro ordinato, e le parole con minore o maggior efficacia, non avendo quel giudizio, in quello che si ha da trattare, che può e deve avere un bailo; i quali pensando diifar bene diranno a modo loro, e rovineranno il negozio, e tanto più quando il turcimano va solo in divano pubblico o dal magnifico pascià a parlare o far petizione, che molte volte non essendo fatta la cosa come è ordinata, bisogna farla rifar due e tre volte; questo dico quando non s’abbiano interpreti fedeli, e che facciano nel resto il debito loro, come è stato in mio tempo, che saria stato meglio per le cose di vostra serenità che dal primo giorno , che io giunsi in Costantinopoli lino al giunger del clarissimo mio successore, non avessi avuto turcimano alcuno per conio de’negozj, che almeno non si sarian corsi travagli per causa loro, oltre che poteva intervenir peggio assai.