456 ut generale die non pigliasse fastidio portali inrendj,perché sapeva bene che sono frutti della guerra, e che avrebbe fatti rifare gl’ incendiati casali. Allora gli rispose il generale che avesse pazienza, e che ciò non era di suo consenso , mandandogli parecchi presenti di valore e per lui e per la moglie, e per lutti li suoi figli maschi e femmine. Seguitando quindi detto esercito il suo viaggio , alli 26 di novembre arrivò a Tiflis, ove si fermò quattro giorni ed ove il generale fece provveder di nuovo vettovaglie, e lasciò altri soldati per guardia di quella, e poi si partì verso la fortezza nominata Tor, discosta due giornate da Tiflis; ove arrivato, il sangiacco di quella andò a lamentarsi che Simon, nipote del già padrone di Tiflis, il quale ritrovavasi prigione da molti anni in Persia ed era allora stato liberato da quel re per mandarlo alli danni ilei Turchi, ritrovavasi ivi intorno con parecchi della montagna, e faceva grandi danni e dispiacere ai Turchi e confederati di essi, e che il generale dovesse provvedervi. Allora questi restò ivi con l’esercito tre giorni per farlo prendere,e così subito spedì parecchi cavalli per andar a trovarlo; ma ancorché con diligenza fosse cercato, nondimeno non fu mai trovato ; e veduto il generale che lo faceva cercare invano, si partì con l’esercito per andare in Erzerum. Ma non potendo passar da altro luogo per le alte montagne e per la riva del fiume Chiur (sempre camminando sopra quella per dieci giornate, e non potendo andare che a due a due), avvenne che Simon sopradetto assaliva spesso la coda dell’esercito , e tagliò a pezzi in più volte più di cinquemila Turchi, e rubò parecchi cam-nielli carichi d’ archibugi, denari , vettovaglie ed altre robe ; e sebbene intendesse jl tutto il generale, nondimeno