3G8 stati si salva , e chi pratica si appesta e muore ; onde in tempo del mio bailaggio ho veduto il medesimo loro muftì partirsi per timore della peste da Costantinopoli, e andare al giardino a stanziare; e il medesimo Gran-Signore, per guardarsi, separar li suoi agà dalle sue stanze , e non praticare. Quello che nel fuggire la peste hanno principiato a conoscere, hanno anco inteso esser buono nelle cose della guerra , fuggendo ciascuno quanto più puolo dall’andarvi, oppure non si mettendo fra li primi, ma attendendo alla propria sicurtà : di qui nascono poi le sollevazioni e strepili quando si pubblica , che si abbia d’andar in Persia alla guerra; e se il Gran-Signore vuol mandare giannizzeri in quelle parli, ne convien far de’nuo-vi, li quali per la speranza di acquistarsi quell’ordinario soldo si mettono per una volta a quel pericolo, che dalli altri è fuggito ed abborrito;e in somma al presente ognuno attende alla propria sicurtà. La parsimonia poi, secondo fondamento della grandezza turchesca , era prima grandissima fra di loro: perchè il Turco prima non curava il delicato mangiare, nè li ricchi addobbamenti di casa , ma solo si contentava di pane e riso, e del solo tappeto e cuscino; tutta la sua grandezza la mostrava nel numero dei molti schiavi e cavalli, con li quali potesse servir meglio al suo signore; onde non è meraviglia se ha potuto tollerare tante fatiche, e sopportare tanti disagi solo per vincere e dominare. Infamia e vituperio della nostra nazione, la quale nelle laute vivande e nelli sontuosi banchetti mette la sua gloria militare , e vuol vivere nelle galee e nelli eserciti, come se fusse a nozze o a feste nelle oziose città. Al presente mo li Turchi, con lo acquisto di tanlo imperio e di tante comodità, non hanno potuto fuggire