ti va ? quando il pascià di Caramit ed il ciiiaja di Meliemet lo trassero per la manica della veste dicendogli che sedesse. Gridò subito il Giorgiano, e col grido trasse la spada , e con la sinistra gettato il turbante di lesta al chiaja, divisegli il capo ed il collo sino allo stomaco, e di riverso colse anco il pascià di Cararnit in una mascella, e tutta netta con 1’ orecchio levogliela dal volto , e con furia cacciatosi addosso a Mehemet pascià gli diede cinque ferite, ed empi tutto il padiglione, dove le sue genti abbondavano, di tumulto , ed esso senza avere da alcuno o minaccia o ingiuria si partì, riducendosi nel suo palazzo. Li Turchi subito fecero levata riparandosi in Erze-rum , di dove Mehemet ferito diede rapporto a Costantinopoli di tutto il successo. Arse di sdegno Amurat vedendo tanta vergogna e danno delle sue genti , e quasi il tutto fosse accaduto per cattivi consigli delli suoi visiri, contra essi si voltò accusandoli d’inesperienza e d’ignoranza e principalmente contra Sinan, al quale disse che tutti questi mali erano successi per gli ambiziosi e pazzi suoi desi-dei’j di ritornare a Costantinopoli, consigliando che si mandasse così poca gente e cosi debole esercito a quel soccorso ; e che però era degno di riprensione e di castigo. Sinan , di natura superbo, non potè soffrire il parlare del re senza dargli risposta: replicò che il suo venire a Costantinopoli fu causato non solo dalla venuta del persiano ambasciatore , ma per vedere d’indurre lui Gran Signore a risoluzione necessaria per l’espugnazione del nemico , e che il danno seguito nella Georgia non era per suo mal consiglio, avendolo avvisato che Mehemet non saria stato buono a quella impresa ; ma che il tutto era accaduto per propria deliberazione di lui Gran Signore, che così si compiacque ; e che essendo seguito il caso , nè potendosi fare