piedi ; e giunti all'incontro della casa del clarissimo bailo, alle vigne di Pera fummo salutati da una salva di code e d'archibugi, e smontati trovammo in un cortile quadro gran tavole cariche di vivande per i giannizzeri ed altri soldati. Nella sala poi di sopra ve n’erano pur quattro altre simili di lunghezza , ove mangiarono i ciaussi, ed altri Turchi di condizione, che furono in gran numero e tale, che non capendo a tre gran tavole bisognò servirle due volte. Espedite le tre suddette tavole, poiché la quarta si riserbava per la persona del sig. ambasciatore, e posto di nuovo frutte sopra quelle, si posero a tavola gl’illustrissimi signori ambasciatori, veneto, quello di Francia e quello di Ragusi, con quei signori che erano venuti ad incontrarci , ed i gentiluomini dell’ambasciatore, tutti insieme ad una medesima tavola, essendo le altre tre piene di Turchi e Greci e d’alcuni mercanti Veneziani. Il convito fu splendido al possibile, per la qualità e quantità delle vivande, e durò tre grosse ore con molto ordine e quiete , essendo stato apparecchio in tutto di piatti ventiquattro. Sullo spuntar del sole si andò alla visita di Sinan pascià , primo visir, passandosi sopra di alcune barchette il canale che divide Pera da Costantinopoli, e sulla ripa dove si smontò erano cavalli per portarci alla casa del detto primo visir. Oltre i gentiluomini del signor ambasciatore, vestiti di damasco chermisino, e quelli del clarissimo bailo con le loro famiglie ed il ciaus ordinario della custodia della casa, era in compagnia nostra il dragomanno del Gran-Signore , chiamato Orimbei, lucchese rinnegato, e ex-dra-