399 niotie, perchè stimo che il donar a Costantinopoli per questo faccia eiFetto in tutto contrario, facendone stimare deboli, timidi e spio visti, e però che si ecciti per quesLa via in Turchi maggior volontà e desiderio di venir a nostri danni ; perché io tengo , signori eccellentissimi, che il donar a Costantinopoli sia appunto come la medicina la qual data in tempo, giova, ma data fuori di tempo può ammazzar l’invalido. Quando sia ino il vero tempo e modo di donare , ne toccherò a suo luogo una parola, ma ora prima dirò : Che quattro cose io stimo, che possano lungamente prorogare questa pace, o almeno portare il tempo avanti. Una è in mano sola di Dio, le altre tre sono anco in man nostra, e le possiamo coadiuvare con il consiglio e forze nostre, se non vogliamo mancar a noi medesimi. Quella che in sola mano di Dio è , che il Gran Signore sia occupato in altre guerre , in altre imprese e in altri pensieri ; perche mentre sarà occupato in altro difficilmente si muoverà mai conira questa repubblica : in questa non potremo far altro, che con ferventi orazioni e con non eccitare T ira di Dio per li peccati nostri, procurar di avere propizia sua divina maestà con travagliar quell’imperio in altra parte. Le tre che sono anco in man nostra , e nelle quali possiamo ancor noi cooperare , sono : non dar causa di mala satisfazione , almeno dal cauto nostro, a quel Gran-Signore; negoziare a quella Porta con dignità, e non con bassezza e timidità; finalmente ( e questa io stimo più delle altre ) mantenere questo stato in molta riputazione di forze , di denari e di buona intelligenza con li principi Cristiani e massime con Spagna, a quella Porta. Se alcuna speranza può esser di prorogar la conservazione di questa pace con il Gran-Signore, stimo che consista in queste tre.