437 sta (la Erzerum due giornate, per guardia e sicurtà del paese, il quale rispose: « Signor generale, io son qui pronto per far li comandamenti vostri e per servir sempre appresso la sua persona ; così la prego che non mi mandi in quel luogo, ma mi tenga appresso di lei, perchè desidero molto di mostrare il mio valore alla presenza sua. » Udendo ciò il generale per dar timidità al resto dell’esercito, acciò volentieri gli obbedisse , andò in gran collera e chiamo un ciausso, imponendogli che gli dovesse tagliar la testa ; ma gli altri pascià e agà e il suo muftì gliela dimandarono in grazia , onde per gratificarli gli donò la vita , ma lo privò del governo e uffizio di pascià e lo fece mus-sul, in loco suo mettendo un sangiacco suo parente, nominato JVlustafà che era bei di un luogo in Natòlia. Ma il detto Achmet,ancorché privo dell’uifizio di pascià, gli domandò perdono del peccato commesso, supplicandolo che così privo dovesse accettarlo in compagnia delli suoi schiavi per combatter in servitù del Gran Signore. Il generale gli rispose che quanto avea fatto contro la persona sua era stalo fatto alla persona dello stesso Gran Signore; ma che ciò non di meno stesse di buona voglia che un’ altra volta l’ajuterebbe, presentandosi l’opportuna occasione. Fece poi far grida per tutto il campo , onde tutte le vettovaglie con li padiglioni, robe e cammelli dovessero trasferirsi all’altra parte di Erzerum in un luogo discosto circa un miglio da delta città , e le genti restassero con li cavalli e armi perchè il giorno seguente voleva far la mostra, e ciò per vedere quanta gente vi era , e in che modo si ritrovava , e per mostrar l’esercito alli Persiani prigioni in detta città di Erzerum , facendoli slar sopra le muraglie d’essa in luogo ove passò tutto l’esercito in ordinanza, tirando molti tiri d’artiglieria e gran salve