354 della città , ma di tutto l’impero : a lui s’indrizzano tutti li avvisi, le lettere e le richieste. A lui capitano lutti li più importanti negozj di quello stato, e però con lui solo negoziano tutti li ambasciatori di tutti li principi del mondo. A lui si indrizzano tutte le querele dei litiganti, degli oppressi e di ogni qualità: lui solo dispensa li offizj, carichi e dignità inferiori di quell’impero. A lui s’appartiene provvedere , che la milizia sia pagata a suoi tempi debiti, e sollecitar l’esazione, sì che la entrata possa supplir alla spesa, ovvero per altra via far le debite provvisioni. Lui solo fa intendere le cose sopradette più importanti al Gran-Signore, e da lui riceve li ordini e le sue volontà , e comanda poi la esecuzione. Ma quel che più importa vive quest’uomo con un perpetuo timore di far cosa , che possa dispiacere non solo al Gran-Signore , ma alla sultana, alla caiacadin, alli tanti agalari di dentro. Vive in continui rispetti e sospetti de’suoi emuli, e di quelli, che non pensano mai ad altro,che alla sua depressione. Con tante cure, pensieri, occupazioni e travagli si convien vivere un primo visir; onde non è meraviglia se spesso sono privati, perchè finalmente 1’ uomo non è più di uomo, e quel re che per la sua grandezza vorria in un punto aver ogni sua satisfazione, come sente un minimo contrario al suo desiderio , subito viene alla privazione , siccome ognuno tiene per certo, che presto seguirà a questo primo visir, non essendo stimato uomo da poter sostentare così importante carico : talché questo Gran-Signore ha a quest’ ora mutati nove pascià visiri, cosa che non è mai successa sotto altro imperatore ! Mostra in apparenza Ferat pascià esser ben affetto verso le cose di questa serenissima repubblica , perchè veramente non ha causa alcuna di esser mal inclinato,