57 Colli alarissimi messer Andrea Malipiero, console in Soria, e messer Andrea Emo al Cairo sento a dir ogni bene, e so che non mancano del debito loro, conoscendoli gentiluomini che stimano 1’ onor loro. Del magnifico messer-Giustiniano, console in Scio per vostra serenità, non si potria dargli tanta laude quanto merita, essendo tanto diligente nelle cose di vostra serenità quanto altro suo rappresentante , non guardando a pericolo alcuno, purch’ei sappia di fargli servizio; e mi par esser assai bea degno della grazia sua. Di me, serenissimo principe, conosco benissimo quanto sono obbligato a vostra serenità , e perciò non ho mancato di spendere quel poco d’intelletto e roba, che il signor Iddio per la sua bontà mi ha dato, a suo servizio, desiderando, quando venga occasione, di metter ancor la vi -ta per far quello di die è debilor ogni buon cittadino alla sua patria; ringraziando vostra serenità della dimostrazione che ha fatto in onorarmi di tanti onorati carichi , ed ul timamente in duca in Candia, pregando sua divina maestà , che conceda lunga e felice vita a lei, ed accresca e perpetui questa serenissima repubblica nella sua grazia. Nè voglio restar ancor di ringraziarla del donativo, elio così graziosamente gli è parso di farmi delli due tappeti che mi furono presentati da questo magnifico pascià, stimandoli assai, sebben sono di poco prezzo, come segno veramente di satisfazione delle operazioni mie, che maggior lavore non poteva avere, che conoscer le fatiche mie essergli state grate, e per tener memoria di un tanto signore che me li ha donati. \