/\6o prendendo la mise a sacco, fece schiavi gli abitanti, e ridottala in cenere ritornò indietro per andare nel suo paese. Essendo dunque passato per la detta città diGenge, menò via li suoi con la preda, e mise fuoco alle case e poi seguitò il viaggio, ordinando al Li suoi che andassero innanzi con la preda e con li schiavi perchè egli poi saria andato dietro con duemila cavalli solamente , giudicando che gl’ inimici fossero tutti fuggiti, e camminava senza alcun sospetto, riposando la notte sulli prati senza guardie. La qual cosa saputasi da Emir-kan , generale Persiano, ritornò indietro, e raggiunse il Tartaro una sera che riposava in una campagna e li cavalli suoi pascolavano,e nell’ora dell’ alba lo assalì e tagliò a pezzi, prendendo il solo Abdulcherai, il quale menò in Persia in Casbin a presentarlo al re. Dopo di ciò ritornò l’esercito persiano nel Sirvan per assediare e prendere Osman pascià ; il quale saputo il suo arrivo, nè sperando allora altro soccorso, ordinò che tutti li sangiacchi delle fortezze seco lui si ritirassero , e lasciassero ogni cosa, e così fecero. Allora li Persiani prendendo le città, li castelli e le terre , misero governatori e capitani in esse, e misero anche a Suina-chia, reai città di Sirvan, un capitano generale, cioè viceré, con dodicimila nomini, e il restante dell’esercito ritornò in Persia. La qual cosa accadula, Osman pascià con l’ajuto del suddetto re delle montagne suo suocero , ritornò li sangiacchi al li loro luoghi, sì che Turchi e Persiani mescolati tenevano le città e fortezze , e ogni giorno scaramucciavano insieme. Nel mentre che queste cose accadevano , Muslafà generai Turco ebbe commissione dal Gran Signore da Costantinopoli, che dovesse far provvisioni per andar a tempo nuovo a rifabbricare la città di Cars, che anticamente era città de’Cristiani, e fin ora ancora vi si