•7 È tutto il suo piacer d’andar alla caccia , e quando sua maestà aveva l’infermità alle gambe, e che non poteva tenersi a cavallo , si dilettava di componer in laude d’Iddio facendosi umile, e dicendo sempre egli non esser niente ; ma per lasciar memoria della sua grandezza fa far una cronica di tutto quello che ha operato. Fa professione in questa sua vecchiezza di religioso, se religione si può chiamar la sua, avendo vietato il vino, secondo comanda sua legge , a tutti li Musulmani sotto pene grandi, non lasciando ancor condurne in Costantinopoli con tutto che sia di danno e non poco al Caznà; e del 62 , d’agosto, privò d’uffizio per questa causa il suo oda bascì, che è cupo delli suoi camerieri secreti, per essergli stato ritrovato vino nella sua camera. Fece ancor abbruciar quattro botti piene di vino ; ma con lutto questo sua maestà non è obbedita, volendo questa gente, che sono usi a beverne, patir ogni pena per non privarsene. E perciò ancor patiscono non solo li mercanti, ma li baili e ambasciatori , che non ne ponno aver quanto n’ hanno bisogno. Non vuol che li giannizzeri, che servono gli ambasciatori o baili, vadano (come solevano) a piedi, andandoli ambasciatori a cavallo, nemmeno che li morti siano sepolti con cere impeciate, come solevano fare li cristiani , dicendo il suo muftì, che non si fa se non per pompa, ed in conclusione non vuol patir che sia fatto cosa che gli paia, che possa aggravar la sua coscienza. Ha gran dispiacere che li suoi Musulmani, che vengono e vanno alla Mecca, siano presi da Cristiani, dando sempre la colpa a Maltesi,e per questa causa ultimamente dette sua maestà le dieci galee al sangiacco di Rodi, e messe quell’ordined’accompagnar li pellegrini con quelle galee, e con quelle della guardia d’Alessandria, come per mie Voi. VI. j