a6o 11011 potesse ancora nascere. Ma si voltò più verso quel regno che verso gli altri, perchè gli parve più in quelle parti poter conseguire il suo fine, che contro le nazioni di queste altre regioni ; nè da sè stesso solamente si mosse, ma ancora incitato da suoi schiavi, essendo da quelli fatto certo della opportunissima occasione che pareva se gli offerisse ; perciocché morto Tamas, re persiano, seguirono varie discordie fra sultani ed altri signori, alcuni dei quali chiamavano re Gaidar, altri Ismael; ed essendo alla fine decapitato Caidar, e colla morte di costui conservato al regno Ismael, questi volendosi assicurare nello stato , mosse colle frequenti ed acerbe morti, delle quali riempiva tutta la Persia , nuovi tumulti, i quali si fecero poi maggiori colla nuova legge eh’ egli volle che fusse pubblicata ed abbracciata in Casbin , col far torre di vita chi disubbidiente quella non seguiva ; ed oltre tante perturbazioni si confuse universalmente ogni governo di quello imperio colla morte che fu poi data ad esso Ismael dalli sultani strettissimamente per questo congiurati; per la quale parve il persiano regno restare pressoché rovinato, e nulla valere per resistere a quale minore impeto fusse fatto colle armi degli inimici. E questa debolezza e confusione di stato andò poi ogni giorno facendosi peggiore, subito che fu assunto al regno il presente re, uomo impratico delle cose del governo e della guerra, infermo degli occhi, invaghito nell’amore di tre figli, credulo ed inconsiderato nell’ azioni, e quello che molto più importa poco o niente stimato dai sultani ; onde per tanti scompigli, quel già temuto regno cominciò a restare in dispregio e dei lontani e dei vicini. Da queste novitadi fu fatto attento Amurat, e senza rivolger l’animo ambizioso ad altre guerre, si pensò che