448 contentate, faremo a nostro modo e vi faremo anche quanto meritate. » Allora il generale temendo della vita, e vedendo che anche li pascià tutti favorivano i soldati, fuori che due suoi parenti , cioè Osman e Mehemet, rispose. « Io son qui: se mi ammazzerete, a voi non è onor nessuno, nè si potrebbe dir altro, salvo che avete ammazzato 1111 uomo ; ma all’ ultimo vi ritrovereste malcontenti, e le cose vostre sarebbero maltrattate. Ma giacché volete tornare, e che per forza gli altri vi seguano, io sono contento perchè avrò legittima scusa. » Essi risposero: « Venite pur via e torniamo, che noi tutti testificheremo che per cagion nostra siete tornato. » Allora il generale in presenza loro fece chiamare il suo capi base!, e gli ordinò che dovesse far gridar per tutto il campo che si mettessero in ordine per ritornare, e con buone parole li licenziò, e licenziò anche tutti li pascià, e ritiratosi nel suo padiglione dalla gran rabbia piangendo non cenò ma andò a riposare , e circa alle tre ore di notte si svegliò con la medesima rabbia e con smania grande, e fece allora chiamare a sè li agà de’ giannizzeri e spai, il suo muftì, ed il capi-bascì, i quali subito venner alla sua presenza, secondo il suo comandamento , a’quali disse: « Il mandato del nostro Siguore è che prendiamo il Sirvan, come voi stessi lo potete vedere in questa carta ; come ora possiamo noi ritornare indietro ? Io per dirvi l’animo mio son disposto di passare questa acqua o vivo o morto, e voi sarete meco. Ordino dunque a voi agà degli spai che mi seguitiate ovunque io andrò , e a voi agà de’giannizzeri che pigliate sette some d’aspri, che fanno dodicimila zecchini, e li dispensiate fra li vostri soldati per comprare scarpe per ritornare; questo io fo perchè credano il loro ritorno e stiano di buona voglia : fate poscia che carichino tutte le loro robe sopra li cammelli,