4«5 rispettare. E perchè il donare a Costantinopoli è fatto così ordinario e naturale, che par che senza di esso non sia possibile negoziare a quella Porta , però è necessario parlar anco di questo, acciocché se abbiamo in caso alcuno da usar questo rimedio, lo possiamo usar con termini tali, che non paja atto servile , e che non lo facciamo come carazzari e Ragusei, ma che riesca quanto più si possa atto cortese e civile. Piace così a Dio, illustrissimi signori, che non abbiamo forze eguali ; però ringraziamo sua divina maestà , che non potendo con il ferro farci strada con Turchi, possiamo almeno con 1’ arte. Onde il donare è un fermo appoggio a’baili per rimediare a molti disordini, a benefizio e dignità pubblica , ed è un forte dove in ogni occorrenza e necessità li baili si possono salvare. Onde resla a considerar solamente in che maniera si abbia a usare. Non sempre si ha da donare, perchè saria atto servile. Il donar in tempo di bisogno, è un comprar li travagli a quella Porla a denari contanti , come si suol dire. Il vero tempo del donare è senza bisogno , perchè diver-tisce le avanie e travagli , e fa negoziare con reputazione e riesce atto cortese. In conclusione il denaro è come il vino , il quale da’ medici in due tempi si concede : in sanità e in estrema disperazione del corpo infermo, quando ogni altro rimedio non gli può giovare, e si dà per sustentar le forze e ricuperare la virtù. Così il donare si deve usar in sanità , quando non si ha travagli e avanie a Costantinopoli , e quando non si ha bisogno de’ Turchi, perchè in questo caso è il vino che tiene il corpo gagliardo e ben disposto. E si ha da usar anco, quando, usati tutti i mezzi possibili e li rimedj già discorsi per conservar pace, si vedesse e conoscesse certo la volontà dei