ìbcuc. E Se iì re di Portogallo volesse Continuar lì* sua navigazione con far un altro partito per quest'altra parte per conto suo con altra nazione, saria ristesso; che dove li paesi, che non si potevano servir delle spezie di Portogallo, venivano a Venezia a comprarle, ora anderiano in altri luoghi, e saria la total ruina sì della mercanzia, come del pubblico; e a me par cosa tanto spaventosa, che in mio tempo non vorrei vederla nè sentirla. E però non si dovria mancar di far ogni ostacolo, acciò il partito non segua, che sin qui non si ha altro, se non quanto io le scrissi. Potria esser, che il re d’ Assi, qual ha mandato più volte ambasciatori a questa Porta, come per molte mie avrà inteso la S. V., li disturbasse ; che Iddio faccia quello che è per benefizio delle cose di vostra serenità. Hanno questi Portoghesi nell’Iudia, prima Diù, loco di gran traffico per il Zidem e per il Mar Rosso; e il re di Portogallo vi ha una bella fortezza , la quale dalla banda di terra, dove gli si può dar batteria, ha due mani di muraglia, e due mani di fossa. E del trentasette, Soliman pascià, con ottanta legni armati, tra galee e navi , andò ti quella impresa, e se ne ritornò con aver perso sei galee. Il diritto della città di Diù, la metà è del re di Gambaja, e T altra del re di Portogallo. Nel porto vi è un castello sul mare molto forte, dove tengono una catena grossa a traverso il porto, che niuno può entrar nè uscire senza licenza de’Portoghesi, e tutte le navi, che vengono dal mar rosso e da Ormus in questo regno, che hanno scala a Surate, innanzi che discarichino, sono obbligate andare a Diù a pagar li diritti, essendo così i patti tra il re di Cambaja e quel di Portogallo; e quelle , che vanno sotto gli altri regni pagano nelle fortezze, che stanno nei medesimi regni.