27 tUnetri al li suoi schiavi, sebben sua maestà con sue lettere Ielle in pubblico divano 1’ ha esortato a farlo lino che ha il tempo. Potrei far conoscere a vostra serenità molti favori, e di conto, che gli sono stati fatti da sua maestà; e quando sua magnificenza fu ammalata, se non fosse stato per rispetto di far ragionare di sè, sua maestà saria andata a visitarlo; e se mancasse, non sapria a chi dar questo carico, e fece un rabuffo al suo capigì e odabasci per aver detto che sua maestà ha delli altri visiri, che sono boni da governare questo imperio; e soggiunse sua maestà che niuno di loro erano per annasar quel luogo se esso moriva, e fino che fot ammalato sua maestà non fece divano , nè volle che gli altri visiri operassero cosa alcuna senza ordine di sua magnificenza, essendogli per innanzi stato promesso da sua maestà con giuramento di non ascoltar mai persona che gli volesse parlare contra sua magnificenza. Ordinò sua maestà al suo medico che facesse collegio con tutti li altri medici acciò ritrovassero un rimedio, lasciandosi intender che aveva gran desiderio di veder un’ altra volta la sua fàccia, e per tanto dispiacere che sua maestà sentiva di questa sua malattia, non voleva partirsi per andare alla caccia, se non fosse stata esortata da sua magnificenza. E dopo guarito, ma che però non poteva camminare, sua maestà gli fece intendere, e fu ulli jg settembre passato, che dovesse sforzarsi d’andar al divano, perchè desiderava grandemente di vederlo, come foce, che andò due ore innanzi giorno , e subito gli furono aperte le porte, ed entrato dentro immediatamente furono serrate, e andò a cavallo fin al divano, e si sedè al suo luogo, e sua maestà gli parlava da un balcone, che guarda sopra il divano , che ninno li potevano vedere, non che intendere quello che ragionavano. E la prima cosa che gli disse fu, che se sua