9° / offerendo a lui e al magnifico pascià onorato presenta * sempre che il negozio avesse avuto il desiderato fine. Pro-mise il signore Ibraim d'adoperarsi con ogni affetto per ultimare questo negozio, perchè non volendo noi abbracciar quello che aveva proposto, vedeva impossibile il poter far effetto alcuno nell’altro. Continuossi li seguenti giorni per via di polizze e di dragomanni a trattare con il mezzo di esso signore Ibraim il negozio de’ mercanti. Alli 28 poi comparvero le sopraddette lettere di vostra serenità delli ¡4 d’aprile, per le quali si videro gli avvertimenti , che ella dava delle cose che occorrevano in queste parti , non mostrando però animo alieno dalla pace, ma ben desiderio che si procurasse farla con quel maggior avvantaggio che fusse stato possibile, essendo le cose della repubblica in miglior stato e in apparenza di miglior fortuna che non parevano esse alla partita mia. Il che da noi inteso, deliberammo suscitar di nuovo la pratica della pace* Alli 29 venne il signor Ibraim a farci intendere come il magnifico pascià aveva ottenuto dal Gran-Signore la espe-dizione del negozio de’mercanti in modo tale, che migliore non potevamo desiderare. Comandava sua maestà, che per tutti li luoghi del suo imperio fussero rilasciati e liberati li mercanti veneziani con le facoltà e beni loro, e che in arbitrio di quelli fusse il restare, o il partire del suo regno; nel qual rimanendo potessero sicuramente negoziare come in tempo di pace, e a quelli che volessero partire non potesse esser dato impedimento alcuno, nè alle robe loro in niuna parte de’suoi regni, nè dalle sue armale sotto pene gravissime ; conquesto patto però, che il clari.ssimo bailo, come quello che aveva a rimaner nel suo paese,promettesse liberamente che dalla serenità vostra sarebbero stati nel medesimo modo liberati li sudditi