gitoli del Gran Signore; ed ora si vede riuscito con estremo Favore il Cicala, di nazione genovese con grado di agà dei giannizzeri, giovane ancora di venlotto anni, il quale già qualche anno tu preso in un galeone, die andava 111 corso col padre. Onde tiene memoria ancora e della lingua e delle cose de’ Cristiani , ma si mostra durissimo contra di loro, forse perchè veramente sia fatto Turco, e forse ancora per non perder quello che tiene. Ma tornando a’ giannizzeri ; questi sono distribuiti solto diversi capi, e divisi ili diverse regioni e in diverse città, ma tutti sono retti e governati dal capo, detto agà de’giannizzeri , il quale siede sempre alla Porta, non uscendo inai se non col Gran-Signore, e a costui ancora sono dati cinquecento aspri il giorno con altrettanto timaro. Le armi di questi giannizzeri sono 1’ archibugio e la scimitarra, senza aver altro per la difesa, onde si può ben comprendere se possono questi contendere con la fanteria de’ Cristiani, armala non solo d’ archibugio e di spada, ma di lunghissima picca ancora , non mancando per la difesa il corsaletto e il morione. E questo è tutto l’esercito del Gran-Signore così a piedi, come a cavallo, tutto intertenuto e pagato del proprio denaro; il quale esercito non può nondimeno servire tutto in una parte medesima, perchè in qual parte si volge il, Gran-Signore in quella massimamente va il maggior corpo di tutta la gente: ma quella parte, dalla quale gli conviene scostarsi conVien che resti fornita con presidio conveniente. Nella cavalleria maggior riputazione di valore tiene quella di Europa, che 1 altra dellAsia. A tanto esercito può aggiungersi il numero di ventottomila venturieri pur soldati del Gran-Signore, chiamati aghiari, i quali senza soldo alcuno seguono il Gran Signore alla guerra, sol còli speranza di qualche box->