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grado <li pascià , e gli volle far tagliar la lesta , e dette il suo ufficio a Caitarbei, quegli die andò per ambasciatore al re Alessandro, lasciandolo ivi col predetto esercito di Erzerum. Tutto questo affare succedette li 6 di novembre.
Il	generale sarebbe rimasto ivi qualche altro giorno ancora, ma siccome dubitava che arrivando li Tartari si avesse potuto dire che col loro ajuto egli avesse preso lutto quel regno, del che voleva egli solo portar la palma, tornò indietro per andare in Erzerum ad isvernare con l’esercito. Arrivato, dopo partito dalla delta città di Erech tre giorni, in Chiechin , quale fu presa dal re Alessandro predetto , dimandò subito di esso, ma gli fu detto che non v’era, perchè era ritornato al suo regno nella città di Teghem, ma che bensì v’ era uno de’suoi figli nominato Ini resse ; il qual venne poi a baciar le mani al detto generale , e questi lo fece sangiacco d’essa città con diecimila zecchini di salario all’ anno. Mandò poi alquanti ciaussi al regno del suo padre, imponendo loro che dovessero andar a fare provvisioni di vettovaglie per l'esercito, perchè disegnava passar di là per cagione che il paese dal quale passò, mentre andò in quelle bande, era distrulto e privo di lutto quello che bisognava all’esercito.
     Mentre era ivi, Osman pascià gli scrisse che tutto 1 esercito d Erzerum era fuggito, e pero dovesse provvedere. Per la qual cosa detto generale ove intendeva vi fosse qualcuno di questi, lo facea mettere a morte : cercò farne ritornare alcuni altri, ma essi non vollero altrimenti accondiscendere , e andavano invece fuggendo tutti ; ed essendo poi partito 1: esercito per seguir il suo cammino, arrivò sopra il fiume Chinicli, ove trovò parecchie barche che aspettavano per traghettarlo, sopra le quali fece fare