sG'j depredò tutta la provincia di Sirvan , e si rivolse verso la città di Genge , residenza di Kulikan: giunto alle sponde del fiume Canas, ritrovò Arescan, che era ivi attendato, aspettando qualche novità di Casbin e qualche soccorso. Il capitano dei Tartari trucidò tutte le genti del persiano Arescan, e lui preso vivo inandò in Sumachia ad Osman , il qual lo fece impiccare fuori di una delle logge dove soleva sedere all’audienza quando era ivi governatore. Dipoi scorse il suddetto tartaro a Genge, e diede in Kulikan che era andato a caccia ed a diporto con la moglie, e saccheggiò Genge, conducendo seco molte anime schiave e molta roba, e cosi carico di preda e di bottino si rivolse per tornare in Sirvan a Sumachia; ma giunto ad alcune campagne basse cinte di verdi colli si attendò con tutte le genti sue, e posesi a dormire; e così stando, e godendo il suo riposo, fu assalito improvvisamente dalli Persiani e distrutto; perciocché il re di Persia, che avea sentito il danno delli suoi , nelle due battaglie narrate, e sapea già il passaggio de’Turchi nel Sirvan, subito spedì il suo maggior figliuolo col suo primo visir a’ danni dei Turchi. Il principe persiano, passata la città di Tauris, si andò sempre avanzando finché vicino a Erech s’incontrò in Cardar pascià, che incautamente tirato dalla fama, andava scorrendo il paese vicino , e con tutte le sue genti lo trucidò e riprese la rocca di Erech con li molti pezzi di artiglieria, li quali inviò verso Casbin al re padre. Dopo questo s’inviò verso Sumachia , dove avea già inteso essere Osman pascià , ed arrivato alle campagne ove erano attendali lì Tartari, sebbene tanto a lui di numero superiori li vedesse, accortosi che dormivano, entrò fra loro e ne fece una comune ed universale strage , prendendo vivo il capi-