/,38 ti’ archibugi cuti molte scaramucce e corse di cavalli. Arrivando alli padiglioni trovarono apparecchiate mense sontuosissime, ove fece restar tutti li pascià, sangiacchi , agà, giannizzeri e spai, facendo anche venir ivi a mangiare con loro uno de’Persiani prigionieri, per mostrargli la grandezza loro. Mangiato che ebbero si ritirò il generale nel suo padiglione con tutti li pascià e agà e collo stesso Persiano, al quale domandò se avea ben considerato l’innumerevole esercito ed il valor suo, e le sontuose mense; e quegli rispondendo, gli disse di sì, e che era maggiore 1’ esercito suo che quello del suo re Persiano , con parole meravigliose della potenza e grandezza sua. Sentendo ciò il generale gli dette una lettera pel suo re con una veste per lui assai onorata, non che quattro mila aspri, facendolo accompagnar da un giannizzero sino alli confini delli nemici, allineile non venisse offeso da alcuno. Questo fu il dì ultimo luglio ed il giorno seguente si partì il detto generale con tutto l’esercito per andar verso il paese de’ Giorgiam, ove disegnava combattere se il re Persiano non accettava la pace offertagli, e fra due giorni arrivò sotto una fortezza d’importanza , la quale confina con li paesi de’Persiani e Giorgia ni; e perseverando nel viaggio il giorno seguente, cominciò a camminar sopra le parti de’detti Giorgiani col seguente ordine. Andava per antiguardia il pascià di Caramit con ventimila cavalli, e il pascià d’ Erzerum con tredicimila, poscia li bombardieri con tutti i pezzi da campagna e la munizione ; i quali pezzi erano strascinati ciascuno da quattro cavalli: dopo essi venivano seimila giannizzeri e archibugieri, i quali andavano a piedi, e dopo essi cento cavalli, poi buon numero di cavalli sellati e molto bene addobbati con fornimenti d’oro, i quali cavalli or un tenuti per la briglia