395 ancor loro ormai slancili (li si lunja guerra che ha durato da dieci anni e più, fu offerta loro la pace , prontissima-inente 1’accettarono con quelle condizioni, che piacquero al vincitore, le quali in somma furono, che quel re dovesse dare per ostaggio in mano del Gran-Signore uno del sangue regale , e che la condizione della pace e li confini fossero trattati e stabiliti per li ambasciatori, che da quel re fossero mandati alla Porta. Fu consegnato a Ferat pascià, che allora era generale in Persia, Meevnet ( figliuolo che fu del Mirza che fu morto dall'eunuco mentre lo radeva ) di età di anni io in circa, ostaggio al Gran-Signore. Vennero li ambascia-tori persiani in compagnia di esso Ferat alla Porta, dove fu trattata la pace e terminati gli accordi dei confini,sicché Turchi restarono padroni del paese da loro acquistato, il persianetto restò per ostaggio in mano del Gran-Signore non solo per sicurtà della fede de’Persiani, ma molto più per aver i Turchi modo, in occasione di nuova guerra, di poter travagliare e rimetter in stato questo giovane del sangue reale, con che ridurriano tutto quel regno a loro divozione. Parve che il re di Persia non restasse satisfatto di questa conclusione, e che fosse fatta dalli suoi ambascia-tori contra li ordini e volontà sua , onde subito ritornati, li fece crudelmente morire; ma perchè si trovava molto fiacco e debole dalla guerra passata , però gli convenne quietarsi finalmente alla conclusione fatta , e in confermazione di essa, in tempo mio mandò il suo ambasciatore, il quale con tutto che fusse da principio affermato, che fusse venuto per dimandar la restituzione del paese dai Turchi'occupato, o il figliuolo, non riusci vero, ma venne a stabilire essa pace dimandando però, come per