20i che per ninna ragione questo signore sia per muover Tarme contro il Turco> ancorché questo giudizio possa esser fallace , vedendosi li principi operare il più delle volte piuttosto quel che appetiscono, che per ragione : ma ognuno tiene bensì per fermissima conclusione, che se farà questa guerra avrà qualche stretta intelligenza con qualche ribello del signor Turco. Questa guerra è molto temuta da’Turchi, essendo necessitati a farla in parti tanto lontane , con tanto incomodo, e finalmente temendo grandemente l'affezione che naturalmente portano li Turchi alla religione persiana \ Panni aver ragionato a sufficenza del sofi re di Persia, vengo ora al pontefice 1 e dico che il signor Turco non teme punto sua santità , conoscendolo principe debole , quanto alle forze temporali, e atto solo a spender parole per fare una lega; e sapendo in pari tempo benissimo che le leghe si fanno per interessi di stato, e non per parole d’ altri. Col re di Francia s non tiene più il signor Turco i Malgrado queste previsioni, lo stesso Amurnt dichiarò indi a poco guerra ui Persiani, fidato nella parola di un Intano , che gli annunciò di aver veduto in sogno sulla porta del Divano scritto a lettere lucentissime; Aniurat vincitore dei Persiani. Invano Mehemtt gli rappresentò le difficoltà che »1 buon esito di quella impresa opponevansi ; e per vero il primo esercito speditovi sotto gli ordini di Mustafà, feroce conquistatore di Cipro, vi peri quasi interamente Ma non per questo Amur.it volle cessar quella guerra: e restaurato l’esercito ne diede il comando ad Osman, agà dei giannizzeri, il quale unito al Kan dei Tartari, che come ausiliare conduceva quarantamila de’suoi, venne a parecchi fatti d’arme coi nemici , e li sconfisse , e si impadroni di alcune città. Ma avendo dovuto inoltrarsi per luoghi deserti, e mancategli le provvisioni, fu colto in mal punto da uu figlio del sofi che lo sbaragliò interamente. Il successo definitivo di questa lunga e dispendiosissima guerra fu affatto incompetente ai sacrifici incontrati per alimentarla, e verificò largamente il giudizio del nostro oratore. 1 Era allora pontefice Gregorio XIII. * Enrico 111.