277 tanto che a giusta proporzione si reintegrasse il danaro dal Gran Signore confidatogli , si sovvenisse al li bisogni comuni di quelli soldati che lo avevano con la loro virtù e con li loro disagi onoratamente meritato ; ed egli primo di tutti sborsò quattro mila ducati per questo effetto. Il quale esempio indusse gli altri a fare il medesimo; onde fra lui, li sangiacchi, rais e spaliis , furono posti insieme venti mila ducati , ed il supplemento fu richiesto al signore rii Tagher, il quale prontamente mandò danari , vettovaglie e quanto fu ricercato da Mehemet. Così si mantenne quel forte, che per altro si tenea perso subilo che tal rolla si udì. Tornò Mehemet a Cars passando per il paese del Giorgiano rinnegato , e perchè per opera e ardire di Si-mone tanto danno era avvenuto a Mehemet, egli deliberò torlo di vita e saccheggiargli tutto il contado. Però giunto ad Alcuncalà, mandò a dire al Giorgiano che era venuto dalla Porta comandamento, cbe venisse anch’egli ad udirlo , ed in questo mezzo ordinò ai suoi schiavi od al pascià di Caramit, che venendo esso Giorgiano gli fossero addosso e gli tagliassero la testa. Il Giorgiano, che di già era informalo della congiura e delle insidie di Mehemet, per non dimostrar timore e farsi egli medesimo reo e contumace, fermò di andare: ordinò nondimeno a cinquanta delli suoi più fedeli e valorosi uomini, che bene armati dovessero seguire lui al padiglione , ed al primo suo grido essere tutti in arme. Questi così fecero, accompagnati da molti altri di loro confidenti , ed attorniatisi al Giorgiano Io accompagnarono al detto padiglione. Udito che ebbe il simulato comandamento, e protestato che era pronto sempre a servire ad Amurat, si par-