ria fare, non impiegandoli al remo, non potendo tenergli tulli al lavoro nell’arsenale, che non è poco. Finalmente se arma il Gran-Signore, non torna 1’ Uluccialì mai senza bottino; sicché in tutti i modi il suo interesse è si grande, che non può se non consigliare, quando vien dimandato , che pur si armino molte galee e che si assaltino Cristiani. E perchè non pare a lui poter guadagnar molto, guerreggiando il Gran-Signore con la serenità vostra, non inclina alla guerra contra di lei, ma sibbene contra il re di Spagna, e in quella parte dove egli stima poter fare meglio li fatti suoi, che è contra Orano, luogo del re Filippo nella parte dell’Affrica in Barbaria di rincontro alla Spagna; perchè pensando di presto pigliare quel luogo, giudicarla poter poi correr a voglia sua tutto il paese dell’Affrica , che sendone, come spereria, falto universale e solo capo, si furia grandissimo comandando e reggendo quasi assoluto lirainio di quei paesi. E per inanimar il Gran-Signore facilita grandemente il fabbricar altre galee in quei luoghi ; onde non bisognando far venire 1’ armata da parte così lontana, come al presente, fa tremare la Spagna e forse anco poiria ridurla al termine, che si trovava già qualche tempo gran parie in mano de’ Mori. Questo consiglio dato per proprio interesse da Uluccialì, ma adombralo con tanta speranza, pareva che avesse inclinato il Gran Signore già risoluto all’ armare per qualche impresa , come scrivessimo in quel tempo li durissimi ambasciatori Soranzo, bailo Corraro ed io; che se al presente non si sente dirne parola è forse la difficoltà trovata maggiore, che prima 11011 si pensava, ed ora che non vede Uluccialì via che si armi, si sforza pure in qualunque modo dar a credere esser bene armar nuove galee. E tanto sia detto del numero delle galere, del modo d’ armarle, e del loro capi-