3oo nei presenti Iravagli del Turco , che in altri tempi non si potrebbero fare con forze maggiori. È necessario dunque a chi vuol muovere una guerra reale al Turco , avere tre considerazioni principali. La prima delle quali sarà il proporsi una determinata impresa: la seconda vedere con quante forze, e di qual sorte si possa tentare: la terza trovare il modo di fare i già considerati preparamenti. E perchè questa ultima considerazione ha da essere propria di chi avrà in mano l’arbitrio del negozio , parlerò per brevità e per mero ardimento solamente dell altre due; ed in quanto alla prima , dico che la maggiore e la più gloriosa impresa sarà per avventura anche la meno difficile piovendosi piuttosto tentare quella di Costantinopoli che qualunque altra d’Africa, d’Albania o di Grecia, persuadendosi dover aver più beneficio dalla qualità del sito, che non spavento dalla grandezza del fatto. E posta Costantinopoli fra due stretti , l’uno verso Oriente ove ingorga il mare Eusino, e l’altro verso Occidente, ove sbocca il mare di Marmora, e per questo entrano, la primavera e la state, le navi d’Alessandria cariche di riso, usato alimento dei Turchi ; le quali scaricate a Costantinopoli, vanno subito nel mar Maggiore a caricare formenti per ritornarsene a soccorrere la città, che vive di giorno in giorno e d’ora in ora. Tutta volta adunque che la nostra armata si potesse trovare fra 1’ uno e l’altro stretto, potrebbe impedire o predare le suddette navi, restando padrona di quel mare ove altra armata , come si proverà, non le potrebbe far contrasto; perchè sapendo noi che l’arsenale di Costantinopoli è tutto sfornilo di galere, e non vi essendo là il legname da polerne fabbricare, non si ha da dubitare che