'49 die al remo, benché a questo ancora poco atta; però quando vien detto zacali, che cosi si dicono i galeotti di quella parte dell’Asia, vien detto persona vilissima. Si conducono adunque questi galeotti, e per ciascuno di quelli che non vengono, vi sono li venti scudi che io dissi ; ma perchè molti sono li morti in viaggio, e più è il denaro che si riscuote, che non è il numero de’galeotti, avviene che il Gran-Signore con questo sempre mette denaro in caznà, il quale anco si fa maggiore, perchè nel medesimo tempo che comanda gli uomini in Asia, nel medesimo ancora comanda li venti scudi per un numero di galeotti in Europa; sicché avanza questi con gli altri già detti. Ai galeotti Turchi deputa quattro aspri, ma al Cristiano tre il giorno e due libbre pane, senza altro, col quale hanno a passare la vita, o basti o non basti. Questi adunque sono gli uomini di comando, e li galeotti che ha il Gran Signore per far navigare le galee; ma perchè siano atti al combattere, l’ordinario è di mettervi sopra cinquanta giannizzeri per ciascuna galea, se tanti ne vogliono levare dalle città; che se non vogliono, si mettono per suppli-mento gli spai delle marine, che sono li peggiori nella milizia degli altri, e basta loro la paga ordinaria con la quale sono necessitati a servire senza altro augumento. Si mettono appresso a questi altri venti uomini ancora, cbe si dicono asapi con paga di fino cinque aspri al giorno, li quali servono in luogo di marinari, perchè attendono principalmente al servizio della galea. Erano li giannizzeri usati ad aver per arma in galea la scimitarra e la freccia; ma ora per l’esempio e per l’esperienza già fatta avranno non freccia ma archibugio , de’quali sene fabbricano ogni giorno numero grande. Non pare che abbiano ancora saputo imitare la serenità vostra nel numero dell’ar-