s 2o5 vien voglia- Accresce anco gran danno alla riputazione di quel regno il rispetto della religione; il quale rispetto li la disuniti e nemici tra loro : imperocché in quel regno sono più di diciassette eresie, e tutte differenti 1’ una dall’altra: e meravigliosa cosa è vedere in una casa,il padre tenere un opinione, la madre un’altra, ed i figli ognuno di loro una diversa. Sono però uomini pazientissimi alle fatiche e robusti : dormono per lo più in terra, o con un tappeto o con feltro sotto , ed alcuni si mettono la sella del cavallo sotto il capo ; onde se fossero uniti, e se si conoscessero loro medesimi, si dee credere che sarebbono in qualche considerazione. Diciamo ora delli Tartari. Tre sono le cause che fanno trattenere amicizia tra il Tartaro e il Turco. La prima che essendo quei popoli poverissimi, non danno ad alcuno che desiderare, 11011 avendo cosa che possa essergli tolta; onde il fargli la guerra , sarìa il correr rischio di perdere, senza la minima speranza di guadagnare. La seconda causa è, che quei popoli non hanno città, terre, castella, o ville per loro abitazione, ma sopra carri coperti di cuojo vanno per gran deserti, e per le campagne , errando con suoi armenti, con le mogli e tìgli; li quali carri gli servono per case; onde venendo il Turco, fuggi riano, o lascierìano il paese vuoto di abitanti, e lui sana astretto con molta difficoltà condurre i viveri per campagne vastissime, inutilmente: inutilmente dico, imperocché ritornando il Turco addietro , li Tartari sarebbero padroni come prima di quei paesi. La terza causa è, che in una occasione può valersi della loro cavalleria contro l’imperatore , Mosco via, e Polonia e altri suoi nemici. La qual cavalleria è assai nume rosa, imperocché può far quel signore Tartaro intorno a cinquanta mila cavalli, e forse più. L’amicizia dunque, che