5o Signore, e molto più al magnifico pascià, che si doleva grandemente in saper quello si faceva in tempo del magnifico Rusten, parendogli, che sua serenità non lo abbia in quella estimazione, che la dovria averlo. E perchè, serenissimo principe, si fanno molte spese che si potria far di meno, ricorderò a vostra serenità con ogni debita riverenza quelle che mi paiono superflue, e chi n’ è causa che si facciano. Tutte le spese superflue, che si fanno, sono state introdotte, come vostra serenità sa, dalli turcimani, non dirò tanto delle estraordinarie (che quelle si fanno secondo l’occasione ) ma delle ordinarie, che sempre dicono, che li predecessori del bailo hanno fatto quella spesa che loro desiderano si faccia, sebben non se ne ritrova nota sopra li libri; e questo per acquistarsi benevolenza con ognuno a spese di vostra serenità, nè mai si saziano di fare spendere ; molte volte dicono al bailo che tal scrivano o tal altro vorria, per esempio, picchi quattro di panno per li suoi denari, che per tagliarli strade simili doveriano rispondere che il bailo non ha panni da vendere (come potriano dir con verità); ma fanno un bel tratto, che togliono li denari a chi vuol il panno, se ben il bailo glielo dona, e colui crede d’averlo pagato; e questo è intervenuto a me, che li turcimani di molte cose da me donate han preso li denari; e però (sebbene così facevo a loro dispiacere) quando volevo mandar presente ad alcuno, e che non portava la spesa di mandar il segretario, lo mandavo con uno dei miei di casa, e con uno turciman: e così fo ricordo che si debba continuare, perchè mandandolo per il turciman solo (quando ancor non vi possa esser inganno alcuno) colui che riceve il presente non lo conosce da vostra serenità nè dal bailo, ma dal turciman, che glielo dà; e in conclusione chi non moderasse le gran spese che