2.35 se per qualche ammutinamento di giannizzeri non si fossero prorogate. Finite le feste, il Gran Signore si ritirò nel serraglio nuovo per spedire li ambasciatori e ricevere i presenti, e prima andò l’ambasciatore del re di Francia , arrivato frescamente con l’infrascritto presente: Due perle da orecchie. Tre perle tonde. Un zaffiro turchino in forma di una noce. Undici mazzi di perle. Tredici corone di perle. Cinque orologi. Un paro staffe d’ oro massiccio. Una briglia all’araba, d'argento. Un paro speroni all'araba, d’argento. Tre spalliere. Quattro cuscini di velluto. Cento pezze bellissime di tela. Due tappeti di moschea. Una cassa d’osso di tartaruga intarsiata d’argento. Appresso seguitò l’ambasciatore mandato da sua maestà cesarea ,col tributo di quattro mila talleri, il qual fu portato la mattina di buon ora al serraglio, poi se n’andò l’istesso giorno. L’ambasciatore suddetto ed il residente restarono al banchetto preparato, il quale finito, presentarono nell’infrascritto modo, baciando le mani al Gran Signore. Una galera col suo armamento e ciurma tutta di argento. Un giojello portato medesimamente sopra un guanciale di velluto verde, di valore venti mila scudi. Alcune coppe e saliere d’ argento, lavorate con molta diligenza.