1G7 tanti anni, ed essendo ancor nuovo all' impero, o non sa o non vuole mutar l’antico; però più non può intender de’disordini del suo impero di quello die piace a Mehemet pascià ; nè questa è possibde averla per via de’ libri, perchè non essendo alcuna gente fra i dotti più vana e più insolente de’Turchi, non è alcuno che scrivendo de’Cri-stiani, se pur ha qualche cognizione del vero, voglia rappresentarlo, ma empiendo i fogli di vanità fanno sempre estreme le cose de’Turchi, tanto alto portandole, che leggendole conviene al Gran-Signor stimarsi molto più grande, che forse non è, confirmandosi maggiormente per le adulazioni continue di chi gli parla; porche quei camerieri e gli altri che gli stanno d’intorno per suo servizio , adorando non che servendo la sua persona, nè sanno nè possono dir altro che aggrandire la sua potenza. Di qui avviene che stimando nulla i principi grandi sia facile , se vien esortato, il moverlo alla guerra. Lascierò di dire come sia servito dentro il serraglio, il numero de’paggi, degli eunuchi e degli altri, che tiene per suo servizio; lascierò la pompa e le ricchezze, che mostra la sultana sua moglie, e l’altre delli pascià, perchè sono cose descritte ne’libri che vanno a stampa, e perchè sono delle cose superflue, le quali mi sono obbligato a tacere per non occupare questo luogo con tanto tedio. Dirò bene che volendo il Gran-Signore dare l’udienza agli ambasciatori e al bailo, che non è se non all’ arrivo e al partire, si trovano solamente presenti tutti li pascià e il beiler-bei della órecia dentro al serraglio nell’ isteissa camera che io già dissi, ma con più ornamento; perchè il luogo dove siede, che è alto un palmo e mezzo da terra (sedendo non alla turchesca ma alla cristiana con le gambe distese ) è tutto coperto di velluti ricamati richissimamente, con