95 viaggio mio di ritorno, e per le persone che mi accompagnassero; il che ne concesse, soggiungendo egli che verrebbe anco Mateca affinchè vedesse che li suoi Musulmani ed altri sudditi avessero il dover loro in questa permutazione. Sua magnificenza, oltre l’avermi promesso l’uno e l’altro prontamente , dissemi che dovessi da parte sua far intendere alla serenità vostra, che non deve poner la sua speranza in principi Cristiani, nè fidarsi di loro,però che molto bene era informata quanto poco quelli 1’amavano. Ma che quando la serenità vostra si fosse voluta risolvere a tenersi con la mano a un lembo della veste del suo signore, cbe non solamente la sarebbe vissuta in una perpetua quiete, ma cbe avrebbe potuto disegnare ancora a qual impresa le fusse parso contra gli altri principi, che le forze sue gli sarebbono state sempre a comune ; e che quanto al negozio dei mercanti, mentre si facesse quello che di sopra ho narrato, la serenità| vostra fusse certa e sicura, che il comandamento già concesso dal suo signore avrebbe avuto la debita esecuzione. Dissi io, che non avrei mancato di riferire a vostra sublimità le sue parole, e che se ben io non partiva da quell’ eccellentissima Porta con quella compiuta consolazione che avrei desiderato di buona conclusione di pace, o almeno miglior risoluzione del negozio de’ mercanti, nientedimeno partivo in ogni modo soddisfatto avendo avuto occasione di vedere il maggior principe del mondo, e di conoscere e negoziar con il più savio, giusto, prudente e valoroso governa-tor di un imperio che oggidì viva in terra; le quali parole furono veramente udite da sua magnificenza con gran gusto e con allegra faccia. Alli 17 ebbi il comandamento per il viaggio, e le guide; nel qual giorno comparsero al claris-siino signor bailu le lettere di vostra sublimità delli 7